#4 Se non genera progresso per la società, possiamo parlare ancora di rivoluzione?
Un numero dedicato alle domande protagoniste del mio primo libro, Tecnologia della rivoluzione, a partire dalla copertina: è davvero quello che sembra?
Qualche mese fa, quando ho cominciato questa newsletter, l’ho introdotta spiegando che la motivazione principale che mi aveva portata a crearla era la condivisione delle domande che mi pongo più spesso riguardo ai temi che più mi appassionano e di cui ho deciso di occuparmi per lavoro.
Vi ho nascosto un dettaglio. Queste domande, che è vero, non condividevo con nessuno al di fuori della mia testa, le stavo in realtà provando a diluire e distillare in un testo più lungo, più difficile e sfidante al quale stavo lavorando ormai dal dicembre 2022. Si tratta del mio primo libro, Tecnologia della rivoluzione, disponibile dal 14 giugno nelle librerie e nei negozi online.
Dal 14 giugno (e appena prima) sono successe varie cose. Ho presentato Tdr partendo da Torino, è stato magico. Le ho già ringraziate più e più volte le persone di Torino, che hanno reso possibile una prima che non dimenticherò mai. Alessandro Vespignani, professore di Fisica e Informatica alla Northeastern University di Boston, dove dirige anche il Network Science Institute (e autore per Il Saggiatore di un bellissimo libro che ha un titolo che avrei voluto dare io!) l’ha presentato con me, abbiamo riso e parlato in una dinamica allo stesso tempo sofisticata ed estremamente familiare.
E poi Milano, con tante voci, domande importanti tipo “ma si può ancora fare questa rivoluzione?” e occhi lucidi, e Forlì, con decine di studentesse e studenti curiosi e coraggiosi. Bologna, dove la natura si è imposta prepotentemente, e la grandine all’inizio non ci ha permesso di parlare, e poi Roma, che invece si è aperta ed è spuntato un inaspettato sole. Amore dappertutto. Amiche e amici che avvolgono, gioiscono per te, ti regalano fiori, e tu li lasci fare, soprattutto quei pezzi di cuore che si hanno dentro sempre ma che vedi e con cui parli poco, che ora spuntano e abbracciano e condividono. Già solo per questo ne varrebbe la pena. E poi le persone. Quelle che vengono ad ascoltare, con occhi pieni di curiosità e per le mani tante piccole potenziali rivoluzioni, che comprano copie per sé, per i fidanzati, per le mogli e le figlie. Soprattutto le figlie. Per le quali sto provando a scrivere le migliori dediche che posso. Che strane e belle cose le dediche agli sconosciuti, che regalo meraviglioso del reale.
Eppure c’è stato molto altro che però non so spiegare. C’è chi parla di reflusso da refuso, ma lo escluderei. Alcune persone a cui ho provato a spiegare le mie sensazioni mi hanno inviato una ricerca di Bookseller che parla di “ansia, stress, depressione e una sensibile diminuzione dell’autostima”. Vorrei in qualche modo poter parlare anche di questo, perché quando l’ho espresso ho scoperto che tocca moltissime delle persone che si trovano in situazioni simili. Emozioni aggrovigliate, sorrisi da districare, abbandono e poi l’attenzione. Si salvi chi ha un rapporto complesso con l’attenzione. Come ti senti? Sei felice? Ti rendi conto di cos’hai fatto? Sei contenta? Per una volta, ho provato a non rispondere in diretta. Come ha detto una persona molto cara: per una volta, aspettiamo. Quella nebbia iniziale è finita presto, ora va meglio.
Un esercizio che ha funzionato è stato quello di focalizzarmi su cose specifiche che mi hanno dato gioia e divertimento. Un esempio è la copertina di Tdr, e nello specifico i pensieri delle persone riguardo l’illustrazione. Probabilmente l’avevo del tutto sottovalutata, ma dalle prime presentazioni ho notato una cosa curiosa e simpatica. Girando insieme al libro ho scoperto che a quanto pare esistono diverse interpretazioni possibili della copertina, e tutto questo mi diverte molto. Ad esempio, una collega giorni fa mi ha chiesto conferma sul fatto che l’illustrazione raffigurasse delle monete. Altrɜ pensano siano semplicemente dei cerchi astratti con due volti ai lati. Una 14enne che mi ha raggiunta alla fine della presentazione a Roma non vedeva l’ora di chiedermi cosa fosse quell’altro disegno in mezzo ai due volti. Diverse altre persone notano il disegno centrale, ma non colgono i due volti speculari.
In decine mi hanno già chiesto: ma che cos’è? Allora ho pensato ecco, siamo di fronte a quei casi come l’illusione ottica del coniglio-anatra o del vestito che alcunɜ vedono marrone e altri blu. Ma la domanda più gettonata, in realtà, è quella consapevole ma cauta:
È davvero quello che sembra?
Sì, quella sulla copertina del mio libro è una vulva! Non avrei mai pensato di doverlo confermare, ma sta succedendo così tante volte che questa percezione mi sta incredibilmente incuriosendo. La conversazione tipo tra due persone, tendenzialmente donna-uomo, a cui sto assistendo è: “ma stai scherzando, non la vedi?” “ma non vedo cosa?”. Secondo un’amica, le persone la vedono istintivamente ma non la razionalizzano, qualcosa li blocca (finora mi sono capitati soprattutto uomini a non vederla): probabilmente, l’idea che non possa essere veramente quello che sembra. Non può essere veramente una vagina, in copertina a un saggio sulla tecnologia, e poi è stilizzata, quindi sarà sicuramente qualcos’altro che non sto capendo…
L’illustrazione è di David Vanadia, raggiunta dall’editore e l’art direction. Ringrazio tuttɜ loro per questa scelta, perché io la prima volta che l’ho vista ero disperata. Ero preoccupata per diversi motivi, tra cui il fatto che avrebbe potenzialmente allontanato più persone dal libro, e soprattutto perché non accettavo che l’importanza del femminismo nel libro fosse visualizzata e manifestata attraverso l’organo sessuale femminile, a ricalcare posizioni essenzialiste, escludenti e deterministe che in quelle pagine mettevo in discussione.
Poi però mi è stata presentata un’interpretazione che mi è piaciuta moltissimo e che intende l’illustrazione a partire dal centro, dalla donna intesa a partire dal suo organo riproduttivo e dalle sue caratteristiche biologiche, per poi espandersi verso l’esterno verso un’identità più fluida, neutra, senza caratteristiche predeterminate. Questa lettura dell’illustrazione di Vanadia, protagonista del mio primo libro, è perfettamente in linea con il percorso di Tecnologia della rivoluzione, il suo viaggio sia tecnologico sia sociale, da tutto ciò che diamo incredibilmente per scontato a tutto quello che abbiamo il potere di decostruire.
La tecnologia e il genere hanno (almeno) una cosa in comune: sono entrambi costrutti sociali. L’ha sottolineato ieri Jennifer Guerra durante la presentazione di Padova, conoscendo bene la letteratura sulla costruzione sociale del genere (distinto per questo dal sesso, intenso come dato e biologico). Come più esempi nel libro dimostrano, nessuna tecnologia nasce e si costruisce da sola (e nemmeno grazie a un inventore geniale, come invece siamo abituatɜ a pensare da molto tempo): ciascuna esiste - esattamente come il genere - nella sua interazione con la società, e senza questa interazione cessa di esistere. Questo libro esplora tutto ciò che di sociale e culturale c’è dentro e intorno a diverse tecnologie, da quelle di consumo come la bicicletta e il forno a microonde e fino alle più moderne intelligenze artificiali, e che diamo del tutto per scontato. Tutte le scelte attive, le decisioni contingenti, le idee politiche che vengono inscritte nel design degli artefatti e causano poi i loro effetti sulla società.
Per questo, viene da chiedersi: come possiamo accettare che in un tempo in cui rivendichiamo le nostre identità come sempre più fluide e in divenire, siano sempre più diffuse delle tecnologie usate per cristallizzare le nostre identità in categorie binarie, fisse, irremovibili?
Nessunɜ lo sa, ma persino Alan Turing, in una delle versioni del suo celebre test, indaga questo legame tra tecnologia e genere e decide di basare il suo esperimento proprio nell’identificazione del genere femminile e della sua performance (trovate il resto a pag. 101!):
Il titolo e la copertina del libro raccontano di due movimenti opposti e in apparente contraddizione. Chiamiamo «rivoluzioni» quegli eventi che permettono la transizione da un paradigma all’altro. Lo usiamo sia per quelle tecnologiche sia per quelle sociali e politiche: ma perché queste due rivoluzioni stanno così raramente insieme? Perché a ogni promessa di rivoluzione tecnologica non corrisponde una rivoluzione nella società, o meglio, perché questa promessa arriva solo as alcune persone e ne esclude tantissime altre? Forse perché è la stessa etimologia della parola rivoluzione, che indica un ritorno, che ci suggerisce questo movimento opposto, di chi va avanti e di chi viene costrettɜ a tornare indietro, a pregiudizi e discriminazioni antiche. Ma se non genera progresso per la società, possiamo davvero parlare ancora di rivoluzione? La domanda principale a cui il libro ruota intorno, però, probabilmente è: come possiamo costruire, interpretare e indirizzare le nuove tecnologie per fare in modo che l’ennesima rivoluzione tecnologica non porti a una ennesima involuzione ed esclusione sociale? Un'occasione per riflettere, attraverso la storia della tecnologia, sulle esperienze dei gruppi sociali sistematicamente esclusi e oppressi, e per convincerci oggi di quanto possiamo fare - o pretendere che venga fatto - perché questo scenario interiorizzato come inevitabile venga mostrato in tutte le sue scelte e possibilità, che in quanto tali vanno solo direzionate in un altro modo.
🗓 Dove ci vediamo?
Nei prossimi mesi, gli interventi a cui prenderò parte saranno incentrati su Tecnologia della rivoluzione. In realtà cambierà poco, dato che il libro tratta di tutti - e più - gli argomenti che normalmente già affronto in qualsiasi intervento pubblico. Semplicemente, potrò iniziare a dire che per approfondire ciò di cui mi sentite parlare potrete comprare e sostenere questo lavoro :)
Ecco qui le prime presentazioni, al quale se ne aggiungeranno altre dopo l’estate. Se volete portarci in viaggio nella vostra città, centro culturale, spazio, casa…scriveteci a info@dilettahuyskes.eu!
14 giugno, TORINO -OGR Torino, h 18:00, con Alessandro Vespignani (prenotazioni obbligatorie a questo link)15 giugno, MILANO -Wired Italia NEXT FEST,h 17:20, con Donata Columbro e Philip Di Salvo17 giugno, MILANO -BASE Milano, h 19:00, con Alessandro Gandini, Leila Belhadj Mohamed e Viola Stefanello27 giugno, FORLÌ -VOLUME Campus, h 19:00, con Irene Doda e Giasmina Calianno1 luglio,BOLOGNA-Le Serre dei Giardini Margherita, h 18:30, con Federico Bomba, Giulia Sudano e Laura Sartori3 luglio,ROMA-Casa Delle Letterature, h 18:00, con Anna Ascani, Maura Gancitano e Chiara Sfregola4 luglio, PADOVA -ARCELLA BELLA, h 19:00, con Jennifer Guerra e NOOO Agency5 luglio, CASTELFRANCO VENETO - Miraggio (Sottosopra Festival), h 18:30, con Caterina Benvegnù
18 luglio, LECCE - Biblioteca Civica “OgniBene”, h 20:00, con TBC
19 luglio, NARDO’ (LE) - La Santa 🌊, h 20:00, con Federico Plantera
20 luglio, TERMOLI - Festival del Sarà, h 21:00
24 luglio, ROMA - Will Book Club, Zalib Circolo Arci, h: 19:00, con Riccardo Haupt
28 luglio, SASSARI (Codrongianos) - Festival Liquida, h: 20:00, con TBC
E poi ci rivediamo da settembre con tante altre date già confermate tra Verona, Palermo, Milano, Salerno…
Ora vi lascio a un meraviglioso estratto da Tangerinn di Emanuela Anechoum, che purtroppo ho letto a bozze già consegnate, altrimenti sarebbe sicuramente finito nell’esergo. Così, ho deciso di farci dei segnalibri da regalare a chi acquista il libro durante le presentazioni ☺️
📬 Se siete arrivatɜ fino a qui, grazie di cuore! Per questo numero è tutto. Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate, o se avete domande da condividere e/o suggerimenti. Potete sempre scrivermi a info@dilettahuyskes.eu. Se vi va di aiutarmi a creare questa piccola comunità di curiosɜ, potete condividere questa newsletter con altre persone che pensate possano essere interessate.
Ci sentiamo il prossimo mese!
Diletta
Bellissima NL e verissimo: le copertine - quelle belle - suscitano tanti e tanti altri approfondimenti. La copertina è una porta: stare un po' lì aiuta ad assumere il giusto mood, adatto alla casa in cui stai entrando :)